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In aumento negli ultimi decenni, i disturbi dell’alimentazione sono comportamenti inadeguati anomali nell’assunzione del cibo.
Alimentarsi dovrebbe servire essenzialmente a soddisfare le proprie esigenze nutrizionali, rispondendo al fisiologico stimolo della fame.
Le persone affette da un disturbo dell’alimentazione, invece, continuano a mangiare anche quando sono sazie, o rifiutano il cibo nonostante siano sottoalimentate, anche in modo grave.
Seppur coscienti di compiere una azione dannosa, queste persone obbediscono come automi ad un istinto primordiale.
Il corpo diventa estraneo e nemico, l’autostima sempre più bassa, e la donna sente di non corrispondere ad un’immagine socialmente accettabile, in quanto percepisce il proprio corpo in maniera distorta e prova vergogna ad essere “come è”.
I principali disturbi del comportamento alimentare sono:
L’Anoressia: la persona mangia poco o nulla, dichiarandosi e sentendosi sazia, spinta dalla volontà di dimagrire oltre la soglia della normalità per tendere ad un irraggiungibile ideale di magrezza.
La Bulimia: la persona mangia voracemente quantità eccessive di cibo in breve tempo, per poi indurre il vomito, fare uso di lassativi e diuretici per liberarsi, spesso dedicandosi anche ad una eccessiva attività fisica.Un comportamento caratterizzato dal continuo controllo del peso.
Binge Eating Disorder: la persona mangia eccessive quantità di cibo, ignorando il senso di sazietà. Il senso di colpa e il disagio per la perdita di controllo provocano spesso disgusto di sé. Le crisi compaiono almeno due volte a settimana per sei mesi o più consecutivi. In questi casi l’alimentazione non è associata come nella bulimia all’utilizzo sistematico di comportamenti di compenso (vomito, diuretici, esercizio fisico), e quindi, a differenza dei bulimici, normalmente normopeso, le persone affette da questo disturbo presentano forme di sovrappeso o di obesità, con rischi spesso gravi per la salute (malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia).
Non tutti i disturbi alimentari rientrano in questa classificazione, è frequente, invece, che una persona nel corso della propria vita possa trovarsi ad affrontare un periodo di difficoltà manifestandolo con un disagio alimentare senza per questo entrare nel campo delle patologie.
Le cause
Non è mai un singolo problema a provocare il disturbo alimentare ma la combinazione di più fattori: organici, psicologici, culturali, sociali, familiari, affettivi.
La necessità patologica di soddisfare altri bisogni, il più delle volte sconosciuti, impedisce a queste persone di avvertire i normali stimoli della fame o della sazietà.
Per quanto riguarda anoressia e bulimia, possiamo asserire che siano fortemente influenzate dalla eccessiva importanza che oggi viene attribuita nelle società economicamente avanzate all’aspetto fisico, che deve rispondere a determinati canoni estetici, ed in particolare alla magrezza;
I disturbi alimentari infatti colpiscono soprattutto i giovani, più vulnerabili, nel delcato oeriodo del cambiamento, rispetto ai pressanti messaggi mediatici, che li portano a considerare prioritario rispondere, per essere accettati e amati, ai canoni estetici dettati dalla moda, dal momento che l’aspetto fisico sembra avere oggi una valenza superiore a quella di altre caratteristiche, come il carattere, l’intelligenza, il mondo interiore.
Caratteristica comune dei disturbi alimentari, anche non gravi, è l’irraggiungibilità del fisico che si immagina ideale per sé. Il fenomeno della “dispercezione”, poi, impedisce al soggetto di vedersi come realmente è, e di valutare correttamente quali effetti produca sul fisico il suo comportamento alimentare.
Per combattere questi disturbi è necessario ripristinare l’alleanza tra psiche e corpo, superando la sensazione di scollamento dal proprio corpo.
Se alleggeriamo la psiche riusciamo ad alleggerire il corpo, e se ascoltiamo il corpo riusciamo a parlare con la psiche.
La notte
Molte donne, adulte ma anche giovani ragazze, riferiscono di svegliarsi una o più volte in piena notte in preda ad un improvviso desiderio di cibo, che appagano mangiando avidamente qualsiasi cosa commestibile trovino in cucina, preferibilmente dolci, per poi tornare a dormire e svegliarsi la mattina stanche e amareggiate.
Interrompere il riposo notturno del corpo e della mente per ingurgitare cibo è molto dannoso, perché l’organismo è costretto a lavorare nel momento in cui dovrebbe godere di un riposo rigenerante e recuperare le energie spese durante il giorno.
La giornata inizia quindi con fatica e si arriva alla sera molto provate, con il solo desiderio di abbandonarsi a quel sonno che però temono venga di nuovo interrotto da un attacco di fame, dalla voglia di dolci. Un circolo vizioso.
Bisogna tener conto anche del fatto che questa alimentazione disordinata provoca un aumento di peso, aggiungendo un altro motivo di sconforto che rende necessaria una consolazione, che le donne affette da questo disturbo individuano istintivamente e inevitabilmente nel cibo. E tutto ricomincia.
Intraprendere una dieta, poi, pensando che la perdita del peso porti con sé la soluzione ai problemi il più delle volte si risolve in un fallimento, dal momento che il cibo rappresenta l’appagamento di tensioni, stress, ansie, conflitti a volte intrecciati e sovrapposti.
Cosa fare per aiutarsi
In queste situazioni, piuttosto che ricorrere a soluzioni rapide e illusorie, è opportuno avviare con l’aiuto di un supporto specialistico, una seria riflessione per interrogarsi su quali siano le cause di un tale malessere e imparare ad ascoltare il proprio corpo, le sue reali necessità.
In caso si riconosca l’aspetto patologico del disturbo, sarà opportuno ricorrere ad un trattamento medico e/o psicologico.